giovedì 7 maggio 2009

Paura....

è sentirsi regolati, incasellati in schemi mentali e modelli comportamentali prestabiliti e definiti uguali per tutti.
Questa è la paura, ciò che sminuisce svilendo al minimo la complessità umana…

Ero a questo corso di “problem solving” e mi sono accorto che sebbene parlassero del comportamento di gruppo, in esso leggevo, sempre latente, una semplicistica forma di schematizzazione che rende il gruppo, e con esso gli individui che lo compongono, puramente protesi alla produttività; asservendo il cervello ad un fine ultimo e sacrificandone quindi completamente gli aspetti relazionali e sensoriali.
Per formazione ho sposato un pensiero razionale, ma questo non ha nulla a che fare con la disciplina del nuovo millennio che sembra essere quella di ridurre gli individui a meccanismi razionali che agiscono per connessioni necessarie fra le cause che ricevono in input e gli effetti che si determinano per reazione.
Non sono quindi i comportamenti incontrollati ed imprevedibili, l’aspetto del proprio vicino in metropolitana poco conforme alla “norma”, il verso e l’inclinazione scelta per la scrittura o la preghiera differente da quella cui sono abituato, che mi spaventano…
La paura è determinata in me dal pensiero comune di un popolo che cerca soluzioni nel formalismo delle regole e nell’omogeneità delle risposte.