mercoledì 24 febbraio 2010

I mestieri di una volta...

Mi chiamo Abdal,
ho 23 anni e vengo dall'Egitto.
Sono in Italia dal 2007.
Sono arrivato qui per lavorare e mettere da parte dei soldi per comprare una casa e sposarmi...
Non ho la ragazza però, quella ce l'avevo prima in Egitto!
adesso no, devo lavorare!
In italia ho sempre lavorato con mio cugino e mio zio,
insieme facciamo i cartongessisti.
La prima volta che sono andato per fare il cartongesso ho pensato
- che strani lavori fanno gli italiani, perchè non fanno i muri normali? -
in Egitto c'erano i muratori; mio padre faceva il muratore e poi dipingeva le pareti di azzurro perchè la città potesse specchiarsi nel mare e rifletterne le onde fino in terra...
Le strade in egitto erano affollate di gente che guizzava nelle vie come i samak nelle reti dei pescatori.
Ho capito che a milano non ci sono i pescatori e nelle strade la gente ci passa ma vorrebbe forse stare altrove.
Io a Milano faccio il cartongessista!

Il mio insegnante di italiano ogni volta per prendermi in giro mi chiede
- Abdal, che lavoro fai? - Abdal, descrivici il lavoro del cartongessista -
lui è bravo, lo fa per farmi esercitare un pò, ma io non riesco a spiegare come mai non faccio il mestiere del muratore...l'insegnante ride e resta interdetto.
Scrive una frase alla lavagna "ABDAL FA IL CARTONGESSISTA" subito dopo scrive
"MOHAMED FA IL DISOCCUPATO" (?)
Lui, il mio maestro di italiano, di lavoro fa l'impiegato; lavora in una grande azienda e progetta con il computer.
E' molto diverso il mestiere dell'impiegato da quello del cartongessista!
Ma che vuoi fare? il lavoro nobilita l'uomo...
anche quando non c'è nobiltà nella retribuzione.

L'altro giorno finalmente mi hanno richiamato a lavorare; erano due settimane che la crisi aveva colpito anche il settore del cartongesso e non venivo più richiamato. Sono andato in una grossa azienda a fare pareti divisorie...
Gli impiegati stavano tutti insieme, tutti insieme come in una batteria di bestiame,
ognuno guardava il suo computer in silenzio e si sentivano solamente i rumori dei ventilatori e i tasti battere sulle tastiere. Sembravano tutti uguali, tutti allineati in uno schema comune.
Io e la mia ditta abbiamo messo le pareti divisorie per separare un impiegato dagli altri, come per metterlo in quarantena ho pensato...
Lì poco distante, tra i vari impiegati, ho riconosciuto la voce del mio insegnante di italiano...lui non mi ha visto forse...io non mi sono avvicinato,
siamo rimasti ognuno a svolgere il proprio mestiere, indifferenti...
Ma la prossima volta a lezione di italiano,
finalmente saprò spiegargli perchè faccio il cartongessista.